21.04.2018
Sulla ‘rinascita' di Confucio in Cina - I
Premessa - Parte prima: dalle Primavere e Autunni alla fine della dinastia Han (III sec. d.C.) - I di III
Si cercherà in queste note di giungere rapidamente al cuore di una vicenda già affrontata in più di un capitolo di STORIE DI UOMINI E DI FIUMI.
Imperversa - nei rari incontri sulla Cina - questo tormentone su Confucio e la Cina, Confucio e Xi Jinping, Confucio che starebbe sostituendo l'ideologia comunista, Confucio e il dialogo sapienzale tra Cina e Occidente, Confucio e la famiglia cinese oggi, Confucio come àncora di un salvataggio ideologico e morale di una Cina che sta affrontando momenti molto difficili dal punto di vista sociale.
Eviteremo di perderci in banalità epocali. Nessuno contesta che Confucio sia stato un grande; che il suo pensiero abbia nobilitato il pensiero cinese e l'umanità intera; che attraverso Confucio si possa identificare una piattaforma comune - sebbene parziale - con il pensiero occidentale. Sono tutte cose nobili e note su cui non ha alcun senso attardarsi.
Il problema è il rapporto tra Confucio e la Cina, Confucio e il potere e le masse popolari cinesi. Ovvero la solidità di questo rapporto che conduce tanti a dire che 'per capire la Cina occorre capire Confucio' ovvero che 'capire Confucio aiuta a comprendere la Cina'.
È qui che occorre ricordare alcune cose davvero note sul piano storico quanto spesso ignorate. Saremo sintetici: in questo testo faremo prevalere la sintesi rapida sull'analisi dettagliata. Ne sortiranno approssimazioni evidenti, ma ne gioverà la comprensibilità. Anche per i non esperti di Cina.
- Confucio visse tra VI e V secolo a.C. La sua storia personale è ben nota e raccontata dagli stessi intellettuali confuciani: l'insuccesso quasi assoluto del maestro presso i signori del tempo (epoca detta delle Primavere e degli Autunni), il sostanziale isolamento del maestro e della sua scuola, l'alto profilo dell'elaborazione filosofica e morale circondato da un silenzio tombale e dal più totale disinteresse della società del tempo;
- L'impatto sulla società cinese della sua altissima riflessione fu molto debole per quasi tre secoli. I poteri che si formarono in Cina tra il V secolo e la dinastia Qin (fondatrice dell'impero nel III secolo a.C.) ignorarono completamente Confucio. Molti non sapevano nemmeno chi fosse stato.
- La tradizione vuole che solo con l'arrivo al potere della dinastia Han (imperatore Liu Bang, assunto al trono col nome Gaozu) il Confucianesimo sia stato rivalutato e posto al centro della politica imperiale. Siamo alla fine del III secolo a.C.: sono trascorsi quasi trecento anni dalla morte del maestro.
- Purtroppo il successo del Confucianesimo presso gli Han è stato ormai da decenni ridimensionato / cancellato dagli storici della dinastia tra cui ricorderemo il ben noto Michael Loewe (Oxford, SOAS, ecc.). Gli storici del periodo hanno scritto numerosi e ben noti articoli (in inglese) in cui si spiega che:
- La corte parlò di un recupero del Confucianesimo, ma nei fatti gli imperatori Han (sia anteriori che posteriori) ispirarono la loro politica ai principi del Legismo che pure a parole disprezzavano;
- È vero che l'istituzione dell'Accademia - epoca degli Han anteriori, imperatore Wudi - segnò un buon successo per i letterati confuciani, ma la situazione a corte era dal punto di vista ideologico quanto mai confusa. Lo stesso confucianesimo del tempo era profondamente segnato da elementi tratti dal tanto disprezzato Legismo, per non parlare di numerose e importanti integrazioni legate all'antica tradizione cosmologica.
- La corte Han lungi dallo sposare in modo monolitico il Confucianesimo espresse a più riprese il suo appoggio per la ripresa delle tradizioni del Regno di Chu il cui orizzonte ideologico emergeva da quella composita galassia filosofica e spirituale che col tempo sarebbe stata chiamata daoismo;
- La storia della dinastia documenta assai bene i contrasti di corte tra i ru-confuciani (ma non solo) e i fangshi, gli esperti in tecniche cosmologiche, che comprendevano pensatori, astrologi, alchimisti, divinatori ecc. dei più diversi orientamenti.
- La discussione sull'effettiva presenza del C. nella società cinese si è ormai assestata - da molti anni - davanti alle scoperte archeologiche di questi ultimi venti anni.
- Nelle centinaia di tombe Han scoperte manca il riscontro di un'effettiva presenza dominante del C.
- Ampio riscontro trovano i cosiddetti jiading (raccomandazioni familiari del capofamiglia ai discendenti) che costituiscono il grande sostrato della cultura contadina cinese cui Confucio guarda ma che sono assai più antiche, ampie e contraddittorie del pensiero confuciano;
- Non mancano (soprattutto nel periodo degli Han anteriori) motivi iconografici - imponenti, quasi ossessivi per ricchezza di documentazione - che rimandano al mondo magico anche daoista che ruota intorno a figure come la Madre Regina d'Occidente (Xi Wangmu), signora dei Monti Kunlun.
- In termine di spazio ricoperto e di importanza di collocazione all'interno del patrimonio iconografico delle tombe Han è possibile dire che il C. occupa un posto di prestigio quasi esclusivamente limitato a una minoranza di tombe, generalmente di letterati o nobili.
(continua)