Pensionamento, ricambio della dirigenza, Xi 'nuovo Mao'....
Sul piano istituzionale, che molto interessa coloro che seguono le vicende cinesi, Xi ha assestato un colpo molto importante di principio e di metodo. Senza perdersi in inutili teorizzazioni - fiumi di parole erano state scritte nelle settimane precedenti da molti cultori della prassi del ‘buco della serratura' sul ricambio, mancato ricambio, Tizio che resta nonostante abbia 69 anni, eccetera - Xi ha introdotto nell'ufficio politico permanente cinque persone nuove e nessuno di coloro che avrebbero dovuto preparare il non abbandono di Xi è stato confermato. Dunque, nonostante il molto detto, la regole del '67 anni sei dentro, 68 anni sei fuori' è stata applicata nuovamente e questo fa capire che - almeno al momento attuale - Xi potrebbe non avere alcuna intenzione di ripresentarsi tra quattro anni.
Vitale e probabilmente positivo è stato il venire meno del rigido protocollo per cui già al momento della nomina si sapeva chi sarebbe stato colui che - verosimilmente - avrebbe ‘corso' da nuovo premier e da nuovi segretario del partito. In breve Xi ha riportato la decisione sui futuri dirigenti della Cina a un contesto di maggiore fluidità dove il solo principio conservato sembrerebbe essere quello dell'età. Questa fluidità - ha affermato - va messo in relazione con le sfide che la Cina deve affrontare: sfide che sono molte e consistenti. È importante che il potere politico conservi, più che regole, la elasticità necessaria per prendere le decisioni che servono.